Acimac ha ospitato in occasione dell’ultimo Consiglio Direttivo dell’anno un confronto con Vincenzo Colla, vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna, per fare il punto sulle prospettive della filiera delle tecnologie per la ceramica, uno degli assi portanti del sistema manifatturiero regionale e nazionale, in uno scenario globale sempre più complesso.
L’incontro, fortemente voluto dall’Associazione, si è concentrato sulle principali criticità che oggi incidono sull’andamento dei mercati internazionali. Conflitti geopolitici, embarghi e politiche tariffarie restrittive hanno determinato un rallentamento diffuso della domanda mondiale, aggravato da una crescente pressione competitiva proveniente dall’Asia e, in particolare, dalla Cina. Una concorrenza che opera spesso in condizioni non paritarie e che mette sotto stress le imprese europee lungo l’intera catena del valore.
Nel corso del confronto, è stato ribadito come la filiera delle tecnologie per la ceramica rappresenti una filiera strategica non solo per l’Emilia-Romagna, che ne è uno dei principali poli produttivi a livello mondiale, ma per l’intero Paese, in virtù della sua capacità di generare occupazione qualificata, innovazione e valore aggiunto, oltre a una forte vocazione all’export, che raggiunge circa l’85% della produzione.
In questo contesto, Acimac ha ribadito la necessità di rafforzare strumenti di tutela e politiche industriali efficaci, sia a livello europeo sia nazionale, per difendere il valore della manifattura e sostenere le filiere strategiche ad alto contenuto tecnologico. Dopo 36 mesi consecutivi di calo della produzione industriale, il rischio di un progressivo processo di deindustrializzazione appare concreto.
La filiera delle tecnologie per la ceramica rappresenta un asset fondamentale per il sistema industriale italiano. Un patrimonio industriale che richiede oggi scelte strategiche chiare basate su una visione di lungo periodo per sviluppare politiche industriali coerenti con le sfide internazionali in atto.
